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Il viaggio dell’acqua

C’era una volta, fra la neve bianca,

una sorgente d’acqua che mai era stanca.

Goccia dopo goccia nasceva tra i sassi

un ruscello che poi scorreva a grandi passi.

Fra rocce e boschi, cascate e poi prati

scivolava il torrente fra i sassi bagnati;

molti animali vi vivevano attorno,

ma lui fuggiva via per conoscere il mondo.

Quando arrivava in un quieto stagno

le rane e i pesci ci facevano il bagno,

ma giusto un momento, non uno di più,

poi lui gorgogliava via e andava più in giù.

Intanto cresceva, grande e largo diventava

nella pianura verde curvando si allungava.

Ecco i campi di riso, di mais, di giallo grano,

ai contadini il fiume dava una mano!

Se poi un po’ di caldo la sua acqua incontrava

una fitta foresta ai suoi fianchi si intrecciava.

Quando il sole forte lo faceva rallentare

cammelli e beduini vi si potevan dissetare.

Poi attraversava una grande e grigia città:

c’erano ponti, canali e palazzi in quantità.

Alla fine, un poco sporco, ne usciva soddisfatto:

quante cose vedeva in quel breve tratto!

Iniziava poi per il fiume l’ultimo pezzo di via:

largo e grosso si snodava, aspettando la magia.

Ecco un rumore, il vento e un odore mai sentito,

grandi gabbiani bianchi in un cielo infinito.

Finalmente al mare il nostro fiume arrivava,

pian piano si mischiavano le acque e lui si rilassava:

mille avventure ogni giorno aveva affrontato,

ora diventava nuovo, dal sapore un po’ salato.

Il teatro delle ombre

Le ore son lunghe, è arrivata la sera:
Si accende una lucina, la notte è cosi nera..
Ma la bimba non dorme, sonno non ha!
Muoviamo le mani e un nuovo gioco si fa.

Leoni, ombrelli, l’uomo che fa il duro:
Tutto si può creare se hai un bel muro!
Belle ballerine, principi senza regno,
Personaggi strampalati di carta e di legno.
Saltano e ridono come furbi folletti
cantano e ballano sopra tutti i letti.

Ma ecco che arriva quatto uno sbadiglio,
Abbasso la voce, sussurro, bisbiglio:
La bimba si adagia, pian piano, in quiete,
Giusto in tempo per esclamare ” Ho sete!”

Finalmente lei dorme, ha l’ aria contenta,
Lascio che ombra sia, e la luce spenta.