C’era una volta, fra la neve bianca,
una sorgente d’acqua che mai era stanca.
Goccia dopo goccia nasceva tra i sassi
un ruscello che poi scorreva a grandi passi.
Fra rocce e boschi, cascate e poi prati
scivolava il torrente fra i sassi bagnati;
molti animali vi vivevano attorno,
ma lui fuggiva via per conoscere il mondo.
Quando arrivava in un quieto stagno
le rane e i pesci ci facevano il bagno,
ma giusto un momento, non uno di più,
poi lui gorgogliava via e andava più in giù.
Intanto cresceva, grande e largo diventava
nella pianura verde curvando si allungava.
Ecco i campi di riso, di mais, di giallo grano,
ai contadini il fiume dava una mano!
Se poi un po’ di caldo la sua acqua incontrava
una fitta foresta ai suoi fianchi si intrecciava.
Quando il sole forte lo faceva rallentare
cammelli e beduini vi si potevan dissetare.
Poi attraversava una grande e grigia città:
c’erano ponti, canali e palazzi in quantità.
Alla fine, un poco sporco, ne usciva soddisfatto:
quante cose vedeva in quel breve tratto!
Iniziava poi per il fiume l’ultimo pezzo di via:
largo e grosso si snodava, aspettando la magia.
Ecco un rumore, il vento e un odore mai sentito,
grandi gabbiani bianchi in un cielo infinito.
Finalmente al mare il nostro fiume arrivava,
pian piano si mischiavano le acque e lui si rilassava:
mille avventure ogni giorno aveva affrontato,
ora diventava nuovo, dal sapore un po’ salato.